Implantologia dentale

Implantologia dentale: le fasi del trattamento

Tutto quello che devi sapere sull’implantologia dentale: cos’è un impianto dentale e quali sono le fasi del trattamento.

L’implantologia dentale permette di sostituire uno o più elementi dentari persi con “radici artificiali” in titanio le quali, mediante un processo biologico che prende il nome di osteointegrazione. Scopriamo insieme tutto quello che devi sapere sull’implantologia dentale.

Cos’è un impianto dentale?

Un impianto dentale è una piccola vite in titanio che viene progettata per sostituire la radice di un dente naturale che è venuto a mancare. Viene quindi inserito nell’osso in cui prima c’erano i denti naturali. Gli impianti, costituiti solitamente da materiale di tipo metallico (titanio), sono composti sostanzialmente da tre elementi:

• La vite endossea, che mima di fatto la funzione della radice del dente andato perso;
• L’abutment, che funge da raccordo tra la vite e la protesi che andrà a sostituire il dente;
• La protesi dentaria, che serve per sostituire il dente andato perso. Può essere costituita da diversi materiali che possono anche essere rivestiti da ceramica o da materiali resinosi.

Quali sono le fasi dell’implantologia?

L’implantologia è caratterizzata da diverse fasi. Vediamole insieme:

ANALISI PRELIMINARE. È necessario effettuare una visita che consentirà, in seguito a radiografie, calchi in gesso e fotografie, di effettuare un’analisi preliminare accurata.

PREPARAZIONE ALL’INTERVENTO DI IMPLANTOLOGIA. Nella fase di preparazione, il dentista vi farà accomodare in un ambiente sterile, dove sarete preparati all’intervento. Vi sarà somministrato un anestetico locale e in seguito si procederà all’inserimento dell’impianto dentale.

Come valutare la qualità di un impianto?

Dalla TC preoperatoria all’analisi delle migliori metodiche in fase chirurgica: qualsiasi passo che porta all’inserimento dell’impianto viene valutato attentamente in maniera digitale. Questo ha avuto notevoli risvolti positivi: la pianificazione accurata consente di minimizzare i traumi dovuti all’intervento e ciò si riflette in una più semplice gestione del paziente e del post-intervento.

I materiali utilizzati per l’implantologia sono assolutamente all’avanguardia e studiati appositamente per l’ambito odontoiatrico.

Affidati solo a professionisti che ti assicurano la qualità dei materiali utilizzati. Il Dott. Andrea Poggi vanta un’esperienza pluriennale nelle tecniche più moderne di implantologia. Consulta il nostro sito e richiedi un appuntamento.

Protesi flessibili

Cosa sono le protesi flessibili

Le protesi flessibili rappresentano una valida alternativa all’applicazione di protesi e impianti dentali.

Per compensare la mancanza di alcuni denti e per non rinunciare a un sorriso splendente, si è soliti ricorrere all’applicazione di protesi ed impianti dentali. Tuttavia, le protesi tradizionali in resina rigida o metallo richiedono tempo per abituarsi alla loro presenza e per imparare a mantenerle nella corretta posizione, anche attraverso l’aiuto di guance e lingua. Inoltre, nel primo periodo, possono causare piccole lesioni e stati di irritazione, e potrebbe risultare difficile, anche se per poco tempo, imparare a pulirle delicatamente per evitare di romperle. Come soluzione alternativa, si può optare per l’applicazione di protesi dentali flessibili. Si tratta di protesi realizzate con materiali più morbidi rispetto a quelle tradizionali che offrono una lunga serie di vantaggi. Vediamo insieme come vengono realizzate e quali sono i pro e i contro.

Resine acriliche, nylon e non solo: come vengono realizzate le protesi dentali flessibili

Le protesi dentali vengono realizzate in diversi materiali: porcellana, resine acriliche, nylon e leghe metalliche al cromo e cobalto. Il materiale più comune e conveniente per la fabbricazione di protesi dentali flessibili è la resina, per via della sua leggerezza e del basso costo, e si presta facilmente alla lavorazione per realizzare le basi di appoggio.

Le resine acriliche possono anche essere tinte in modo che il colore assomigli il più possibile a quello delle gengive del paziente. Gli altri materiali più utilizzati sono il nylon e le leghe in metallo.
Pro e contro delle protesi flessibili.

I pro e i contro

Come detto in precedenza, le protesi dentarie flessibili rappresentano la soluzione ideale per coloro che non possono, o semplicemente preferiscono evitare di ricorrere alle protesi tradizionali.

Due dei vantaggi principali sono la minor fragilità e l’elevata durabilità. Inoltre queste protesi garantiscono una comoda aderenza alle gengive, non necessitano di paste adesive o ganci di metallo per il fissaggio e rendono più agevole la masticazione rispetto ai modelli tradizionali.

Ovviamente, però, come ci sono dei vantaggi, ci sono degli svantaggi. Le protesi dentali flessibili sono sì maggiormente resistenti, ma bisogna prestare una maggiore attenzione alla loro pulizia. I dispostivi a base morbida sono infatti molto più esposti alle proliferazioni batteriche. Per questo motivo occorre rimuovere giornalmente la protesi e pulirla accuratamente utilizzando uno spazzolino e dell’acqua tiepida, assicurandosi di effettuare sciacqui frequenti con un collutorio per prevenire infiammazioni alle gengive.

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ragazza con afte alla bocca

Afte bocca: cosa sono, come prevenirle e curarle

Le afte della bocca sono piccole lesioni della cute si formano sui tessuti molli della mucosa orale, come palato, guance e lingua, o alla base delle gengive. Si presentano come piccole abrasioni non più grandi di qualche millimetro e di colore biancastro.

Il tessuto lesionato risulta infiammato, creando un persistente fastidio nel mangiare e nel parlare. Le afte sono contagiose e tendono a ricomparire con una certa frequenza creando non poco disagio nell’individuo affetto. Tuttavia, solitamente, scompaiono nel giro di un paio di settimane.

Cause e sintomatologia delle afte orali

Le afte della bocca sono un tipo di ulcerazione della mucosa orale. Sono molto comuni, il 10% della popolazione ne soffre almeno uno volta nella vita, in particolare tra i bambini e le donne. Le cause di origine delle afte sono molteplici e probabilmente relative a diversi fattori.

Una delle ipotesi più sostenute è che le afte si formino durante periodi di stress psicofisico come per la febbre delle labbra o l’herpes. A

ltri fattori scatenanti sono piccoli traumi della bocca, cibi acidi o piccanti, venire a contatto con oggetti sporchi o con animali domestici, squilibri ormonali, gli effetti del ciclo di mestruazioni, infezioni da helicobacterpylory o sindromi di immunodeficienza.

Le afte, dette anche ulcere aftose, si manifestano come una rottura della mucosa orale, spesso preceduta qualche giorno prima da una sensazione di lieve dolore o bruciore. Nella prima fase si ricoprono di una patina biancastra di strati di fibrina, una proteina coinvolta nella coagulazione del sangue.

Generalmente, le sensazioni che si avvertono dopo il manifestarsi delle afte sono: dolore, anche molto forte specialmente durante i pasti o mentre si parla, arrossamento della zona affetta, bruciore, gonfiore dei linfonodi sottomandibolari e, se le afte si ingrandiscono ed estendono particolarmente, anche febbre.

Cura e prevenzione

Come detto in precedenza, le afte orali guariscono anche spontaneamente nel giro di una o due settimane.

È comunque possibile, se questo non accade o se non si sopporta il fastidio, intervenire medicalmente per curare l’ulcerazione. Si può ricorrere all’uso di collutori, che formano un film protettivo sopra le afte in modo da prevenire il contatto diretto con il cibo.

Altra soluzione sono dei piccoli tamponamenti con acido retinoico, che accelera la guarigione di qualche giorno, oppure con gel astringente a base di cloruro d’alluminio, che stimola la mucosa a ricostruire la parte di tessuto lesa. In qualunque caso è opportuno, come prima cosa, recarsi da uno specialista della salute della bocca, come il Dott. Andrea Poggi, per una visita di controllo.

La prevenzione delle afte è possibile attraverso una costante igiene orale, e preferendo l’uso di spazzolini a setole morbide, per evitare infiammazioni gengivali da sfregamento. È consigliato evitare cibi acidi o piccanti, tra cui anche noci, patatine, ananas, pompelmo e arance.

Sono invece da preferirsi alimenti come frutta, verdura e cereali integrali, oltre ad un’adeguata e attenta idratazione. Attenzione anche allo stress: concedersi dei momenti di relax fa bene allo spirito e, soprattutto, al nostro corpo.

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bambini che si lavano i denti

L’igiene orale dei bambini: tutte le informazioni utili

Spesso quando si tratta dei bambini, ci chiediamo quale sia l’età giusta per cominciare a lavare i denti e preoccuparsi dell’igiene orale. Un dilemma di molti genitori! Sappiamo tutti che i bambini vivono una vita fatta di ritualità e ritmi ben precisi, che generalmente li tranquillizza.

Far rientrare in questi riti anche “l’occuparsi dei propri dentini” risulta essere davvero importante proprio perché l’igiene orale è fondamentale per il benessere generale di ogni individuo, sin dall’ infanzia. Per questo è necessario che i nostri bimbi imparino fin da subito l’importanza di questi gesti quotidiani.

Quando e come iniziare

Prendersi cura del cavo orale dei bambini è una pratica importante ancora prima che l’eruzione dei dentini da latte abbia inizio. In questo caso è possibile servirsi di una piccola garza inumidita per pulire delicatamente le gengive dopo ogni pasto. I denti da latte iniziano a comparire tra i 3 e i 12 mesi di vita e raggiungono tutti la loro posizione intorno ai 3 anni. I bambini sono diversi tra loro, non dobbiamo quindi preoccuparci se qualche dentino spunta troppo presto oppure in ritardo!

Fin dalla comparsa del primo dentino bisognerebbe lavarlo sia alla mattina che alla sera con uno spazzolino specifico e con un delicato movimento circolare. Lo spazzolino deve avere una testina molto piccola, con setole morbide e dalla punta arrotondata, e un manico lungo e arrotondato per permettere ai genitori di maneggiarlo facilmente.

Cosa succede dai 3 agli 8 anni?

Una volta cresciuti tutti i denti da latte, è importante spazzolarli almeno due volte al giorno (mattina e sera) per 2 minuti. Questa abitudine, già in età precoce, aiuta a prevenire la comparsa delle carie sui denti da latte e aiuterà ad avere denti permanenti più sani. Possiamo aiutarci con uno spazzolino colorato, che può stimolare i bambini a lavarsi i denti più frequentemente. L’importante è che abbia la testina piccola, con setole morbide e dalle punte arrotondate e che il dentifricio contenga fluoro.

La quantità di dentifricio da far utilizzare in questa fascia d’età dev’essere pari a una lenticchia, e i genitori devono controllare che i bambini sputino il dentifricio dopo aver spazzolato i dentini e che non lo ingeriscano.

Intorno ai 6 anni i bambini iniziano ad avere quella che viene definita dentatura mista: alcuni dentini da latte, alcuni permanenti e alcuni spazi vuoti. Dai 6 anni in poi la manualità dei bambini inizia ad affinarsi: dall’alto verso il basso per l’arcata superiore, viceversa per l’arcata inferiore. In questa fase i bambini per l’igiene orale potranno usare uno spazzolino manuale adatto alla loro età, con testina piccola e setole morbide. Dagli 8 anni in poi è possibile utilizzare anche lo spazzolino elettrico.

Consulta uno specialista

Andare regolarmente dal dentista è una delle abitudini più importanti per la cura dei denti. La prima visita odontoiatrica è consigliabile farla all’ età di 3-4 anni.

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Come effettuare una corretta pulizia degli impianti dentali

Effettuare quotidianamente una corretta pulizia degli impianti dentali è necessario per allungare la vita dell’impianto ed evitare infiammazioni come la perimplantite, causata dalla placca batterica, che potrebbe portare alla perdita dell’impianto stesso in poco tempo.

Per una pulizia curata e attenta esistono strumenti appositi come lo spazzolino, il superfloss, lo scovolino e l’idropulsore. Utilizzarli nel modo corretto garantisce una sensazione di pulizia e freschezza, oltre che prevenire infiammazioni e patologie spiacevoli.

Gli strumenti per la pulizia degli impianti dentali

La base per una buona igiene orale domiciliare è uguale per tutti: spazzolare attentamente i denti, o in questo caso gli impianti, almeno 3 volte al giorno, solitamente dopo i pasti. Uno strumento ancora più efficace dello spazzolino tradizionale è quello elettrico, poiché in grado di eliminare più efficacemente la placca.

Nella pulizia concentrati sul punto di confine tra la gengiva e la sede dell’impianto, perché quella è la zona dove i batteri sono più aggressivi.

Il superfloss e lo scovolino sono ottimi strumenti per la pulizia degli spazi interdentali. Il primo è una specie di filo interdentale con una parte spugnosa, studiato per pulire gli spazi tra denti non vicini tra loro, in caso di impianti o ponti.

Lo scovolino invece è considerabile come un sofisticato stuzzicadenti in grado di infilarsi facilmente e senza grande fastidio negli spazi interdentali. Sfregando a contatto diretto con la gengiva bisogna fare attenzione a non agire con troppa forza, altrimenti si corre il rischio di provocare infiammazioni che possono degenerare in gengivite.

L’idropulsore, infine, sfrutta un getto d’acqua per rimuovere placca e rimasugli di cibo che gli altri strumenti non sono riusciti a eliminare.

Per utilizzarlo correttamente bisogna prestare attenzioni a una serie di accortezze: bisogna indirizzare il getto con un angolo di 45°rispetto al dente, dal basso verso l’altro, senza esercitare una pressione eccessiva; non bisogna collutorio all’acqua perché questa ne inibisce l’azione, ma si può procedere allo sciacquo dopo la pulizia.

Ulteriori accorgimenti per una corretta igiene dentale

Così come per i denti naturali, anche per la cura degli impianti dentali non è sufficiente affidarsi alla sola igiene domiciliare.

Detergere l’impianto con l’idropulsore o pulirlo con lo scovolino, infatti, può non bastare. Per mantenere la funzionalità dell’impianto nel tempo occorre pianificare visite di controllo e sedute di igiene orale professionale, con strumenti ancora più specifici, precisi ed efficienti.

Sottoporsi a una seduta di pulizia professionale almeno una volta all’anno è sicuramente il modo migliore per garantire una perfetta manutenzione dell’impianto dentale.

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donna che indica i propri denti

Protesi dentarie fisse: tipologie e differenze

In caso di denti danneggiati o caduti bisogna ricorrere all’utilizzo di protesi dentarie. Si tratta di capsule realizzabili in diversi materiali, che possono essere montate su denti naturali o impianti a seconda del tipo e permettono di sopperire la mancanza di uno o più denti e facilitare la masticazione.

Si distinguono in mobili, le classiche dentiere, e fisse. Possono essere parziali, e interessare quindi sono una parte dell’arcata, oppure totali. Le protesi dentarie fisse garantiscono un risultato migliore per estetica e funzionalità rispetto alle dentiere e ve ne sono diverse tipologie: la singola capsula, il ponte, la protesi totale per intera arcata, la protesi totale circolare e il maryland bridge.

Tipologie di protesi dentarie fisse

La protesi dentale fissa viene avvitata con viti in titanio alla mandibola o alla mascella, a seconda di dove necessario. Di base si tratta di una capsula, detta anche corona, che viene posizionata sul dente naturale o su di un impianto e sostituisce la parte esterna del dente.

Può essere realizzata in metallo-ceramica, zirconio, disilicato di litio e metallo composito. Più corone collegate fra loro e con elementi mancanti tra loro formano il cosiddetto ponte, la cui variabile adesiva supportata da una struttura metallica è conosciuta come Maryland bridge.

Le protesi totali possono essere per intera arcata o circolari. Le prime sono chiamate anche protesi di Toronto e vengono avvitate su 4 o 6 impianti, sostituendo l’arcata. La protesi totale circolare limita e riveste l’arcata e può essere applicata anche su denti naturali.

Differenze principali

Scegliere tra l’utilizzo di protesi mobili o fisse, o quale tipologia applicare, spetta all’odontoiatra dopo un’attenta valutazione del caso.

Le dentiere sono la soluzione più rapida e meno invasiva, ma necessitano di un’opportuna manutenzione e non sostituiscono mai veramente del tutto la dentatura.

Le protesi fisse invece, a scapito di un intervento più complesso, permettono di rimpiazzare completamente i denti danneggiati o caduti e donano una maggiore sensazione di naturalezza nel masticamento.

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Denti neri: la malattia del sorriso

I denti sono molto importanti nella vita di una persona non solo per la loro funzione di masticazione e fonetica, ma anche estetica. Molte persone hanno denti neri a causa delle vecchie otturazioni che venivano fatte prima degli anni 2000 dove veniva utilizzato il piombo.

Ad oggi se un dente diventa nero è quasi sicuramente per una malattia. I denti neri infatti sono sinonimo di malattia del sorriso e di scarsa igiene orale.

I denti neri possono venire anche senza alcuna malattia. Ad esempio un colpo che causa la rottura del dente e quindi la conseguente necrosi della polpa porta il dente a diventare nero.

Denti neri: cos’è la pulpite

Una delle malattie che maggiormente causano i denti neri è la pulpite.

La pulpite è una malattia del cavo orale che genera forti dolori difficilmente localizzati ma provenienti dai denti colpiti. In genere i sintomi avvertiti sono un forte dolore causato dall’immediata infiammazione della polpa del dente con possibile e successiva necrosi.

denti-neri-pulpite

Per questo motivo quando si avverte anche un leggero dolore costante nel cavo orale è bene effettuare un controllo da dentisti e odontoiatri come il Dott. Andrea Poggi.

I pazienti avvertono molto spesso il dente che pulsa e hanno un certo disagio nel processo di masticazione, soprattutto con cibi, sia solidi che liquidi, molto freddi o eccessivamente caldi.

La pulpite può essere reversibile o irreversibile. La pulpite reversibile si presenta come come un’infiammazione della polpa del dente poco accentuata, con un dolore sopportabile ma molto fastidioso. Il dolore e la sensibilità si accentuano però con la masticazione.

Grazie ad un intervento immediato e una cura farmacologica successiva, il paziente potrà tornare alla quotidianità in pochissimo tempo. Al contrario la pulpite irreversibile, definita anche pulpite acuta è quella che genera effettivamente i denti neri.

Se con la pulpite reversibile e poco acuta il dolore passa subito dopo lo stimolo, con questa tipologia di patologia, il dolore non cessa immediatamente, ma continua a far soffrire il paziente ancora per alcuni minuti. Viene spesso collegata alla parodontite. In questo caso estremo si ricorre alla devitalizzazione del dente. In non poche occasioni il dolore si diffonde anche alle tempie, collo e orecchio.

Per sapere come risolvere il problema dei denti neri contatta il Dott. Andrea Poggi.

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Come sbiancare i denti in modo naturale

Lo sbiancamento dei denti è uno dei trattamenti più richiesti dagli specialisti come il Dott. Andrea Poggi. Ma molti si chiedono come sbiancare i denti in modo naturale.

Esistono diverse soluzioni naturali per ottenere un buon risultato ma nessuno di questi porta ad un risultato ottimale come una pulizia dei denti dal dentista, uno dei servizi del nostro studio dentistico.

Bisogna però sempre fare attenzione nella scelta di un professionista. L’importanza di scegliere un buon dentista sia per una pulizia dei denti, così come qualsiasi altro trattamento estetico o chirurgico, è fondamentale e si deve basare su professionalità e fiducia.

Come sbiancare i denti in modo naturale: rimedi

Esistono diversi rimedi per ottenere uno sbiancamento dei denti in modo naturale, anche se molto spesso, il tempo speso rispetto ad uno sbiancamento dal dentista, è di alcune settimane se non mesi e non sempre ottimale.

Non che lo sbiancamento dei denti dal dentista non sia naturale. Il trattamento infatti non prevede alcun agente chimico ma solo l’utilizzo di macchinari per pulire in maniera approfondita i denti. Anche il semplice utilizzo di spazzolino e collutorio non basta per ottenere dei risultati ottimali.

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I rimedi naturali

Uno dei rimedi naturali più utilizzati è il bicarbonato di sodio. Il bicarbonato è effettivamente uno sbiancante naturale ma è allo stesso tempo molto aggressivo. Basta una goccia d’acqua per trasformale la polvere di bicarbonato in una pasta dentifricia molto aggressiva. L’utilizzo smodato di questo prodotto può recare dei seri danni allo smalto e causare diverse patologie alle gengive.

Un altro metodo per sbiancare i denti in modo naturale è l’utilizzo della salvia. Molte persone la strofinano sui denti oppure mangiano una foglia di salvia. Il gusto gradevole può portare a pensare che l’utilizzo di questa pianta sia ottimale per ottenere lo sbiancamento ma l’utilizzo continuo di questo prodotto naturale genera una forte sensibilità dei denti.

Ultimo metodo è invece l’utilizzo di frutta come limone, mela e altri alimenti. La mela è ad esempio ricca di acido malico, un acido che alimenta lo sbiancamento naturale dei denti. Il limone, sia succo che buccia vengono spesso sfregati sui denti per ottenere una pulizia e uno sbiancamento naturale.

Contatta il Dott. Andrea Poggi per maggiori informazioni sullo sbiancamento dei denti.

Il Dottor Poggi spiega cos'è la malocclusione dentale e come riconoscerla.

La malocclusione dentale: cos’è e come riconoscerla

La malocclusione dentale è spesso una condizione sottovalutata dal paziente. Rapporto disomogeneo tra mascella e mandibola, causa un disallineamento delle arcate superiore e inferiore e la possibile insorgenza di patologie connesse.

Questa condizione, se di lieve entità, non viene riconosciuta dal paziente come un vero e proprio disturbo. Di per sé, infatti, non si può definire una vera e propria patologia, ma a lungo termine può causare seri disturbi, quali cefalea, dolori cervicali, problemi uditivi e posturali.

Con una visita dal Dottor Poggi è possibile stabilire la presenza di una malocclusione dentale e definire un percorso odontoiatrico per trattare il disturbo. Seguici nei prossimi paragrafi per scoprire tutti i dettagli!

La malocclusione dentale: il disturbo

Come anticipato, si parla di malocclusione dentale quando i denti dell’arcata superiore e quelli dell’arcata inferiore non sono perfettamente allineati. In una perfetta armonia dal punto di vista fisiologico, i processi di fonetica e masticazione verrebbero svolti distribuendo lo sforzo sulle strutture muscolo-scheletriche in maniera equilibrata.

In questa condizione invece questa disarmonia si ripercuote sul resto dell’organismo causando cefalee, mal di schiena, disturbi alle orecchie (es. acufene o ronzio) e problemi posturali.

Quali sono le cause

Le cause riconosciute sono di varia natura e possono dipendere da:

  • Eredità genetica;
  • Bruxismo o digrignamento dei denti;
  • Denti scheggiati;
  • Mandibola fratturata;
  • Abitudini di suzione del pollice in età infantile.  

La diagnosi

Come dicevamo, autodiagnosticarsi una malocclusione dentale non è un’impresa semplice, se il disturbo si manifesta in entità lieve. Recandosi presso lo Studio Dentistico il professionista individuerà subito la problematica e potrà sfruttare i mezzi diagnostici a sua disposizione, come radiografie o calchi dentali.

Trattamento e cura

Fortunatamente questa condizione è trattabile a prescindere dall’entità del disturbo. Nei casi di lieve malocclusione non sarà necessario intervenire dal punto di vista odontoiatrico, per la debolezza dei sintomi riscontrati.

In casi di media o grave entità invece sarà necessario correggere il disturbo che ha causato i sintomi. Se il paziente si presenta con un sovraffollamento dentale o un dente del giudizio che spinge sui molari, si potrà procedere con un’estrazione dentaria.

Qualora invece fosse un problema di posizionamento dei denti, allora sarà necessario indossare un apparecchio ortodontico o un bite per riportare gli elementi dentari nella giusta collocazione.

Se si renderà necessario, sarà possibile agire da un punto di vista multi specialistico e coinvolgere un professionista fisiatra o fisioterapista per correggere problemi alle strutture muscolo-scheletriche.

Soffri spesso di cefalea e mal di schiena? La malocclusione dentale potrebbe esserne la causa: richiedi un controllo dal Dottor Poggi e contattaci cliccando qui.

Il Dottor Poggi spiega in cosa consiste l'influenza della salute orale sull'organismo.

L’influenza della salute orale sull’organismo

La salute orale ha una stretta correlazione con il benessere di tutto l’organismo.
L’accumulo di batteri nella bocca favorisce lo sviluppo di gengiviti batteriche e parodontiti, che possono aggravare alcune patologie.

Come sappiamo, una buona igiene orale quotidiana è l’arma di prevenzione migliore contro le infiammazioni del cavo orale. Tuttavia, una routine efficace, consente di prevenire l’insorgere di gravi disturbi non solo nella bocca, ma in tutto il corpo.

Scopriamo insieme al Dottor Andrea Poggi in cosa consiste l’influenza della salute orale sull’organismo e quale sia la loro correlazione.

Come influisce l’igiene orale

In presenza di una scarsa igiene orale, i residui di cibo e i batteri nocivi si accumulano sulla rima gengivale e sui denti, causando formazioni di placca e tartaro. A questo punto, senza una pulizia dentale professionale, sarà impossibile rimuovere completamente i patogeni e si andrà incontro a uno stato infiammatorio del parodonto.

Le gengive si presentano arrossate, gonfie e infiammate e sanguinano al passaggio dello spazzolino o durante la masticazione. Il sanguinamento fa sì che i batteri si diffondano tramite la circolazione in tutto il corpo, arrivando a influire sulle difese immunitarie dell’organismo.

Se non trattata tempestivamente, la gengivite porta inevitabilmente a un peggioramento dello stato infiammatorio e a una condizione di parodontite. Patologia subdola, la piorrea distrugge lentamente i tessuti di sostegno del dente, logorando la gengiva e le ossa. Questa patologia provoca un arretramento gengivale che dà vita a solchi, detti tasche parodontali, dove placca e tartaro si insidiano, facendo perdere stabilità al dente.

Quali patologie possono insorgere?


Ricerche scientifiche negli anni hanno verificato l’influenza della salute orale sull’organismo e la relazione che intercorre tra la salute del cavo orale e il corpo. Oggi possiamo affermare che denti e gengive non curati possono causare:

  • Diabete. Questa patologia aumenta il rischio di contrarre parodontite e, viceversa, la parodontite può aggravare la condizione e rendere più difficile il controllo della glicemia nel sangue;
  • Infezioni respiratorie. È stato appurato che alcuni batteri del cavo orale possono diffondersi attraverso le vie respiratorie, causando severe patologie come polmonite o bronchite;
  • Malattie cardiovascolari. Il sanguinamento gengivale fa si che i batteri possano essere trasportati attraverso l’apparato circolatorio fino alle arterie. Qui possono causare aterosclerosi, che provoca un indurimento delle stesse e ostruisce il passaggio del sangue;
  • Infertilità e disfunzione erettile. La parodontite mette a rischio la fertilità delle donne e intralcia la circolazione sanguigna, peggiorando la funzione dell’apparato genitale maschile.

La salute orale è correlata al benessere di tutto l’organismo e deve essere tenuta sotto controllo. In presenza di gengive arrossate o parodontite rivolgiti subito al Dottor Poggi e previeni il peggioramento della condizione. Contattaci, cliccando qui.